Blocca il pignoramento dello stipendio (o della pensione) con la Liquidazione controllata !
- Avv. Alberto Bindi

- 30 set
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 31 ott
Bloccare il pignoramento dello stipendio (o della pensione) utilizzando la procedura di Liquidazione controllata di cui al Dlgs 14/2019 è molto semplice ed in questo post di faccio un paio di esempi pratici.
Aggiornato al 31/10/2025
ll DLgs 14/2019 ha introdotto la disciplina del cd sovraindebitamento che, nel rispetto di determinati presupposti, consente ai debitori sovraindebitati (privati, lavoratori autonomi, professionisti o piccoli imprenditori o anche imprenditori agricoli) di ridurre drasticamente, e in alcuni casi addirittura cancellare, la propria esposizione debitoria (per approfondire: Il sovraindebitamento); uno degli effetti tipici di questi procedimenti è quello di bloccare immediatamente tutti i pignoramenti in corso.
Come avvocato esperto in crisi da sovraindebitamento ho assistito molti clienti - non solo a Firenze dove ho lo studio ma in tutta Italia (leggi se vuoi i casi giudiziari di cui mi sono occupato) - e ho notato che, comprensibilmente, uno dei timori maggiori è quello di subire un pignoramento sia esso dello stipendio, della pensione, del conto corrente, della casa o della macchina; in questo post vediamo allora un paio di semplice esempi, tratti da due sentenze, di come la procedura di liquidazione controllata consente al debitore di prima di sospendere, e poi di cancellare, tutte le procedure esecutive in corso.
INDICE
1. Premesse sulla liquidazione controllata
Per farti comprendere cone è possibile utilizzare il procedimento di liquidazione controllata per bloccare i pignoramenti, devo anziuttto sommariamente spiegarti come funziona il procedimento di liquidazione controlla e cioè uno dei quattro strumenti previsti dal decreto legislativo n. 14/2019 per risolvere le crisi da sovraindebitamento.
In pratica con questa procedura il debitore, che si trova in uno stato di sovraindebitamento e cioè di eccessivo indebitamento, chiede al Tribunale la nomina un soggetto, il Liquidatore, che si occupa di liquidare (e cioè vendere) tutti i suoi beni (con qualche eccezione) e di pagare con il ricavato (e nei limiti di questo) i creditori. Se è presente un reddito (come uno stipendio o una pensione) il Liquidatore apprende (soltanto per un periodo massimo di 3 anni) anche la parte di questo reddito che eccede le esigenze di mantenimento del debitore e della sua famiglia.
Il vantaggio di questo procedimento consiste nel fatto che al termine della liquidazione, se il debitore non ha generato l'indebitamento comportandosi in maniera scorretta, ottiene l’esdebitazione e, cioè, la completa cancellazione dei debiti residui (ossia di quelli rimasti non pagati all'esito delle operazioni di liquidazione).
Delineato per sommi capi come funziona questa procedura, vediamo ora due esempi pratici.
2. Primo esempio - Cancellare il pignoramento dello stipendio (e dell'auto)
Mario, nome di fantasia, è proprietario soltanto di un’autovettura che gli è stata pignorata. Non ha nient’altro se non il suo stipendio pari a € 2.800 mensili; anche lo stipendio gli è stato pignorato (nei limiti del 1/5 previsto dalla legge); inoltre, ha debiti per € 300.000.
Il suo patrimonio, composto soltanto dal suo stipendio (parzialmente pignorato) e dall’autovettura (anch'essa pignorata) è assolutamente insufficiente per far fronte all’esposizione debitoria; ricorre cioè il presupposto del sovraindebitamento che consente a di poter accedere alla procedura di liquidazione controllata.
Mario, perciò, si rivolge al tribunale affinché nomini un liquidatore con il compito di liquidare (cioè vendere) tutto il suo patrimonio e con il ricavato e nei limiti di questo pagarci i debiti.
Intanto, l’attivazione della procedura ha subito un effetto pratico perché interrompe il pignoramento dello stipendio (di modo che il creditore cessa di beneficiare della trattenuta sullo stipendio) e dell'auto.
Come abbiamo detto il patrimonio di Mario è sostanzialmente costituito, oltreché dalla vettura, soltanto dal suo reddito di lavoratore dipendente. Nell'ambito del procedimento il liquidatore può apprendere anche lo stipendio di Mario ma soltanto per un periodo di 3 anni e soltanto per la quota parte che eccede la spese per il mantenimento del suo nucleo familiare.
Nel caso di specie Mario: i) mantiene due figli maggiorenni per i quali la sentenza di divorzio prevede l’erogazione di € 500 mensili; ii) mantiene un ulteriore figlio minorenne avuto dalla nuova compagna; iii) abita con l’anziana mamma contribuendo alle spese di casa.
In questa situazione il Tribunale ha ritenuto che l’importo ragionevole, contemperato con i diritti dei creditori, determinabile per la soddisfazione dei bisogno del debitore e della famiglia, sia pari ad € 2.100 mensili (di cui € 500 per ciscauno dei due figli maggiorenni, € 200 per il minore, € 300 per la contribuzione alle spese della casa della sua mamma e € 600 per spese personali).
Il Tribunale perciò consente a Mario di escludere dalla liquidazione controllata il suo reddito fino all’importo mensile di € 2.100 con obbligo di versare al liquidatore la differenza pari ad € 700 per tre anni (considerando che il reddito mensile di Mario è pari a € 2.800); conseguentemente, metterà a disposizione del liquidatore nell’arco di tre anni una somma pari ad € 25.200 (=700x12x3) oltre al ricavato di € 3.000 della vendita dell’autovettura per un totale di € 28.200; importo che verrà impiegato dal liquidatore per pagare i debiti.
Nell'arco di questi tre anni i creditori non potranno iniziare o proseguire eventuali pignoramenti.
E cosa succede poi? Succede la cosa più interessante. Decorsi tre anni dall’inizio della procedura di liquidazione controllata Mario, se il giudice riterrà che il suo sovraindebitamento non è stato generato con dolo o colpa grave, verrà esdebitato e cioè verrà totalmente liberato dai debiti residui pari ad € 271.800 (=€300.000 di debiti - € 28.200 pagati dal liquidatore) con la conseguenza che il pignoramento dello stipendio e dell'auto verranno cancellati (oltreché tornerà a percepire l'intero suo stipendio senza più rischio alcuno di vederselo pignorare).
3. Secondo esempio - Cancellare il pignoramento della pensione
Mario e Giovanna, sempre nomi di fantasia, sono sposati ed hanno una situazione debitoria complessa.Lui: è gravato da debiti (in parte in comune con la moglie) verso banche, istituti finanziari, Erario ed Enti Pubblici per complessivi € 125.000; è proprietario solo di una autovettura immatricolata nel 2007 (e quindi di valore nullo); ha una pensione di € 2.600,00 mensili che è stata oggetto di pignoramento. Lei: è gravata da debiti per € 25.000 ed ha un reddito di € 800,00.
E' chiaro quindi che i due coniugi non sono in grado di far fronte ai debiti di cui sono gravati e versano quindi in una condizione di cd sovraindebitamento che consente l’accesso alla procedura di liquidazione controllata.
Mario e Giovanna, perciò, si rivolgono al tribunale affinché nomini un liquidatore con il compito di liquidare (cioè vendere) tutto il loro patrimonio e con il ricavato e nei limiti di questo pagarci i debiti.
Con l’accesso alla procedura si verifica sempre il primo e più importante effetto e cioè si sospende sin da subito il pignoramento della pensione.
In questo caso il tribunale accerta poi che le spese per il mantenimento del nucleo familiare sono pari ad € 2.300 da imputarsi quanto ad € 1.800 al reddito da pensione del marito e quanto ad € 500 dal reddito della moglie; i 2.300 € (=€ 1.800+€500) sono nella sostanza la quota del reddito comune ai due coniugi che è escluso dalla procedura di liquidazione controllata.
Conseguentemente, poiché il reddito mensile complessivo dei due coniugi è pari ad € 3.400 il Tribunale dispone che soltanto l’importo mensile di € 1.100 (=3.400-2.300) venga messo a disposizione del liquidatore per la durata di tre anni al fine di pagarci i creditori. In pratica Mario e Giovanna metteranno a disposizione del Liquidatore nell'arco del triennio la somma complessiva di € 39.600 (1.100x12x3) con la quale verranno pagati i creditori.
Decorsi tre anni dall’inizio della procedura di liquidazione controllata Mario e Giovanna, se il giudice riterrà che il loro sovraindebitamento non è stato generato con dolo o colpa grave, verranno esdebitati e cioè verranno totalmente liberato dai debiti residui pari ad € 110.400 (= €150.000 di debiti - € 39.600 pagati dal liquidatore) con la conseguenza che il pignoramento dello pensione verrà cancellato (e Mario tornerà a percepire l'intera sua pensione senza più rischio alcuno di vedersela pignorare).
4. Conclusioni
Come vedi la procedura di Liquidazione controllata è molto interessante e consente di liberarsi non solo dal pignoramento dello stipendio o dal pignoramento della pensione, ma anche e soprattutto dai debiti che li hanno determinati. Per accedere a questa procedura condizione essenziale è l’esistenza di un patrimonio, anche se è costituito soltanto dallo stipendio o dalla pensione del debitore, che sia in grado di garantire un minimo di soddisfazione delle ragioni dei creditori.
Come vedi le procedure di sovraindebitamento, e in particolare quella di liquidazione controllata, al ricorrere di certi presupposti possono effettivamente aiutare il debitore prima a sospendere e poi a bloccare definitivamente i pignoramenti di stipendi e pensioni; il DLgs n. 14/2019, infatti, ha proprio questa finalità: aiutare i soggetti eccessivamente indebitati a risolvere la propria situazione debitoria.
Dal mio studio di Firenze ho aiutato clienti in tutta Italia (leggi se vuoi i casi giudiziari di cui mi sono occupato) a risolvere complesse situazioni di sovraindebitamento proprio grazie alla procedura di liquidazione controllata ottenendo prima il blocco dei pignoramenti e poi la rideterminazione dei debito. Se anche tu stai affrontando difficoltà finanziarie, non perdere tempo! Richiedi subito una pre-analisi gratuita e personalizzata cliccando su questo link e inizia il tuo percorso verso la libertà dai debiti.
Avv. Alberto Bindi