Intimazione di pagamento dell'Agenzia delle Entrate Riscossione: Una guida completa!

In questo post ti spiego cosa è, come funziona e quello che puoi fare quando l'Agenzia delle Entrate Riscossione ti ha notificato un'intimazione di pagamento.
INDICE
2. Un esempio
6. Contenzioso
1. Come funziona
L’Agenzia delle Entrate Riscossione può iniziare l’ esecuzione forzata (e cioè, per esempio, il pignoramento di un tuo immobile o della tua macchina) soltanto dopo che sono trascorsi 60 giorni da quando ti è stata notificata la cartella di pagamento (o altri atti quali, per esempio, l'avviso di accertamento esecutivo). Se però l’esecuzione forzata non è iniziata nel termine di 1 anno dalla notifica della cartella (o dell'avviso di accertamento esecutivo) allora, in questo caso, l’Agenzia delle Entrate Riscossione prima di procedere con l’esecuzione forzata deve notificarti un’ intimazione di pagamento. Se, poi, l’esecuzione forzata non inizia neppure nel termine di 1 anno dalla notifica dell’ intimazione questa perde efficacia e l’Ufficio prima di iniziare l’esecuzione deve notificartene una nuova.
2. Un esempio
Ecco di seguito un esempio di intimazione di pagamento:

3. Quale effetto produce la notifica dell' intimazione ?
L’effetto proprio dell’ intimazione di pagamento è quello di interrompere la decorrenza del termine di prescrizione. Tendenzialmente il termine di prescrizione è di dieci anni per IRPEF, IRES, IVA e IRAP e cinque anni per i tributi locali nonché in generale per le sanzioni e gli interessi; se non sai cosa è il termine di prescrizione cartella esattoriale clicca sul link per approfondire.
4. Cosa succede dopo ...
Se non paghi quanto indicato nell'atto, decorsi 5 giorni da quando l'hai ricevuto, l'Agenzia delle Entrate Riscossione può attivare la procedura di esecuzione forzata nei tuoi confronti: quindi, per esempio, può pignorarti un conto corrente, lo stipendio, la pensione, un credito oppure può iscrivere un fermo amministrativo su un tuo veicolo o, ancora, può iscrivere ipoteca su un immobile.
Per la verità, dopo che l'Agenzia delle Entrate Riscossione ti ha notificato l'atto non succede niente di nuovo; la tua posizione non cambia rispetto a prima: già nel periodo compreso tra i 60 gg e i 365 gg dalla notifica della cartella di pagamento l’Agenzia delle Entrate Riscossione poteva iniziare azioni esecutive o cautelari; dopo che hai ricevuto l'intimazione di pagamento la tua situazione resta la stessa; notificandoti l’intimazione l’Ufficio sta ‘soltanto’ ribadendo che può iniziare l’esecuzione forzata.
In merito al termine di 5 giorni per pagare ricordati che non si tratta di 5 giorni lavorativi ma semplicemente di 5 giorni da calenderio.
5. Pagamento in ritardo
Se, quando ti viene notificata dall'Agenzia delle Entrate Riscossione un' intimazione di pagamento non ce la fai a rispettare il termine di 5 giorni, puoi pagare anche successivamente. Pagare in ritardo le somme indicate nell'intimazione è assolutamente possibile; il rischio, però, nel pagare in ritardo è che l'Ufficio nel frattempo abbia intrapreso delle azioni esecutive o cautelari (che comunque, a seguito del pagamento vengono meno).
6. Contenzioso
Per opporti all' intimazione devi impugnarla davanti all’Autorità giudiziaria instaurando così un contenzioso contro l’Agenzia delle Entrate Riscossione; ecco alcuni consigli:
non è assolutamente opportuno impugnarla per far valere eventuali vizi di forma (per esempio la mancata sottoscrizione o la mancata indicazione del responsabile del procedimento); la giurisprudenza, infatti, è consolidata nel rigettare i ricorsi fondati su questi vizi;
è opportuno impugnarla qualora (tra la data di notifica della cartella esattoriale e la data di notifica dell’intimazione di pagamento) sia maturata la prescrizione perché in questo caso nel giudizio potrai ottenere l’accertamento dell’estinzione del debito; in questo caso dovrai però attentamente valutare quali sono i termini di prescrizione cartelle esattoriali (clicca sul link per un approfondimento sull'argomento) che si applicano al tuo caso e sincerarti che non siano intervenuti atti interruttivi o sospensivi del termine di prescrizione;
conviene impugnare l’ intimazione anche nel caso in cui ti risultasse di non aver ricevuto la notifica della cartella esattoriale; in questo caso, infatti, impugnando l’ intimazione di pagamento puoi ottenere la dichiarazione di nullità anche della cartella di pagamento;
ugualmente, è opportuno impugnare l'intimazione qualora risulti emessa da un ufficio dell'Agenzia delle Entrate territorialmente incompetente (e cioè diverso da quello nella cui circoscrizione si trovava il domicilio fiscale del contribuente al momento di presentazione della relativa dichiarazione dei redditi).
7. La rateizzazione
Se non hai chances di vincere il contenzioso potresti valutare in alternativa di bloccare l' intimazione di pagamento chiedendo la rateizzazione del debito. Diciamo che tanto più sei incerto circa la convenienza di fare il contenzioso tanto più ti conviene avvalerti della rateizzazione del debito; la dilazione, infatti, è un modo per bloccare l' intimazione. Per esempio, se nel tuo caso non è maturata la prescrizione e la cartella esattoriale ti è stata regolarmente notificata, puoi tranquillamente escludere la possibilità di impugnare l’atto davanti al giudice: spenderesti soltanto soldi per i compensi professionali senza alcuna ragionevole possibilità di vincere il contenzioso; conseguentemente, in questa ipotesi per te l’opzione preferibile sarebbe sicuramente quella di chiedere all'Agenzia delle Entrate Riscossione la rateizzazione del debito.
Mi limito qui mi limito a fornirti qualche flash:
normalmente puoi rateizzare in massimo 84 rate mensili cioè in 7 anni (in casi particolari si arriva fino a 120 rate mensili);
la richiesta di rateazione è accolta automaticamente per importi inferiori ad € 120.000;
dalla data della richiesta non possono essere avviate procedure esecutive nei tuoi confronti;
il pagamento della prima rata comporta l’estinzione delle procedure esecutive già iniziate.
Nella sostanza, avvalendoti della dilazione regolarizzi a tutti gli effetti la tua posizione e ti predisponi per un lento ma progressivo pagamento integrale del debito.
Da ultimo ricordati che la rateizzazione e l'impugnazione dell'intimazione di pagamento davanti al giudice sono due soluzioni che possono anche coesistere: è infatti possibile rateizzare l'intimazione ed al contempo impugnarla; questa soluzione, in particolare, consente di contestare l'intimazione (se si ritiene che essa sia viziata) ed evitare di essere assoggettati al pignoramento.
8. Cosa rischi se non fai niente?
Una volta che hai ricevuto dall'Agenzia delle Entrate Riscossione un' intimazione di pagamento verrebbe da dire che devi semplicemente scegliere se impugnare l’ atto oppure rateizzare il debito (o entrambe). In realtà non è così perché hai un’ulteriore opzione da valutare. Nel tuo caso specifico, infatti, potrebbero non ricorrere i presupposti per impugnare l’intimazione e magari potresti trovarti nell’impossibilità di chiedere la rateizzazione o comunque di rispettarla. Anche in questa eventualità devi essere in grado di valutare i rischi che stai correndo; ecco allora alcuni parametri che devi attentamente ponderare.
Tieni anzitutto a mente che il tuo debito continuerà ad incrementare di anno in anno del 2,68% pari al tasso degli interessi di mora.
Devi poi tener conto anche di quelle che sono le possibili azioni cautelari ed esecutive che l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrebbe intraprendere nei tuoi confronti, di modo da essere consapevole di cosa rischi e di cosa non rischi; ecco allora i 6 parametri da non dimenticare:
l’iscrizione di ipoteca sulla tua casa o comunque su tuoi immobili (che potrebbe impedirti di venderla senza la previa estinzione del debito indicato nell'intimazione) è possibile solo quando il debito è pari ad almeno € 20.000; quindi se il tuo debito è inferiore non ti devi preoccupare di questa misura cautelare (occhio però agli interessi che incrementano il debito di anno in anno); se ti interessa la questione dell' ipoteca agenzia entrate clicca sul link per un approfondimento.
il preavviso di fermo dei tuoi beni mobili registrati (autovetture, furgoni, motocicli, ecc..), è sempre possibile tranne nel caso in cui il veicolo sia strumentale alla tua attività di impresa o professionale; quindi, non ti devi preoccupare di questa misura cautelare se, per esempio, sei un piccolo imprenditore individuale e l’unico mezzo che hai è l’autovettura intestata alla ditta; se ti interessa la questione del fermo amministrativo auto clicca sul link per un approfondimento.
il pignoramento presso terzi invece è sempre possibile; normalmente questo tipo di pignoramento riguarda i soldi che hai sul conto corrente; l’Agenzia delle Entrate Riscossione, infatti, utilizzando le banche dati che ha a disposizione riesce a vedere se hai soldi depositati su conti correnti e quindi può aggredirli;
anche il pignoramento di salari e stipendi è sempre possibile seppur entro determinati limiti;
pure il pignoramento mobiliare è sempre possibile ma nella pratica non è mai utilizzato; solo teoricamente, quindi, è possibile che vengano a pignorati gli arredi della casa;
infine il pignoramento immobiliare, e cioè il pignoramento della tua casa e dei tuoi immobili, è possibile solo per debiti maggiori di € 120.000; e comunque, a prescindere dall’ammontare del debito, non può esserti pignorata la casa in cui hai la residenza se si tratta dell’unico immobile di cui sei proprietario (chiaramente non si deve trattare di un immobile di lusso); se ti interessa approfondire la questione del pignoramento prima casa da parte dell'agenzia entrate clicca sul link.
Ti ricordo anche che se hai ricevuto un'intimazione di pagamento e hai bisogno di assistenza per decidere quale è la migliore opzione nel tuo caso specifico puoi richiederci una pre-analisi gratuita cliccando su questo link.
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Avv. Alberto Bindi
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Pregevole e chiara, complimenti.
Chiarissima e molto specifica chiedevo inoltre se per alcune cartelle esattoriali vi è la prescrizione per le stesse non inserite nella rateizzazione bisogna ovviamente opporsi al giudice tributario notificando ciò sia alla agenzia delle entrate sia alla agenzia entrate riscossione grazie
Complimenti per la disamina.
L'ho trovata molto chiara e utile.
buongiorno, in caso invece di ricezione di intimidazione di pagamento su una cartella per cui non e' piu' possibile richiedere la rateizzazione ( perche' sospesa per inadempienza) esiste il modo per trovare un ulteriore accordo per poter saldare non in un unica soluzione? ma in piu' rate? ( si tratta di una cartella sotto i 16,000€) grazie